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«Una cronaca che dice soprattutto dell'amore di Guarino per la cittadella e per le sue campagne, un luogo dove egli trovò nell'immediato dopoguerra la compagna della vita e dove torna di stagione in stagione chiamato dalle feste patronali, le Pasque e i Natali, dalle manifestazioni turistiche, come la "Giornata del brigante" o dai lavori che gli chiedono gli oliveti ereditati. Fabiano Guarino si divide infatti tra le memorie del paese lontano e gli affetti che sono cresciuti a Bari, i nipotini, il figlio, per i quali ha sentito più volte il bisogno di esprimere in versi i propri sentimenti e affidare la sua creatività allo scorrere lento del tempo.» (Raffaele Nigro)